FUNGHI PRIMAVERILI
( In Primavera c'è tutto un mondo da scoprire )
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Calocybe gambosa (Fr.) Donk
Sinonimi:
Agaricus albellus DC
Agaricus aromaticus Roques
Agaricus gambosus Fr.
Agaricus georgii L.

Il Calocybe gambosa, già Tricholoma georgii, chiamato comunemente prugnolo, matura, secondo la tradizione popolare, il 23 aprile, giorno della ricorrenza di San Giorgio, ma ovviamente può anticipare o posticipare la sua comparsa anche di alcune settimane a seconda dell'altitudine o dell'andamento stagionale. Cappello: di medie dimensioni, 3-10 cm, da convesso a spianato, irregolare, talvolta leggermente screpolato a secco, orlo arrotondato verso le lamelle, di colorazione molto variabile, che va dal biancastro al crema, dal grigiastro al giallognolo. Lamelle: fitte, arrotondate al gambo di colore dal biancastro al crema. Gambo: 5-8 x 1-3 cm, cilindrico, tozzo e robusto, pieno, a volte discretamente arcuato, leggermente rastremato verso l'alto, con colorazione che va dal biancastro all'ocraceo specie verso la base. Carne: massiccia e soda, bianca, con odore forte di farina e sapore forte. Habitat: fungo simbionte, si trova in presenza di alberi e arbusti appartenenti alle rosaceae. Spore: bianche in massa, lisce, ovali-ellissoidi, 4-6 x 3-4 µm. Note: In alcune zone d'Italia la sua presenza è stata gravemente ridotta a causa della raccolta troppo intensiva e dalle metodiche spesso distruttive. Anche nelle zone dove è reperibile, sta diventando sempre più raro. Infatti, dato che spesso questa specie cresce sotto cespugli o pruni selvatici (spinosi), i cercatori senza scrupoli sono soliti aiutarsi con utensili simili a "rastrelli"; operando in tal modo, non solo raccolgono i carpofori ma finiscono inevitabilmente per distruggere le micorrize presenti nel terreno. Oltre a ciò troppo spesso vengono raccolti esemplari troppo giovani e quindi la sporulazione non può avere luogo. In alcune zone d'Italia si celebrano delle "sagre" appositamente dedicate a questo fungo primaverile; in coincidenza di tali manifestazioni lo stesso viene cercato con una passione eguagliata solo da quella dei più blasonati porcini.




Caloscypha fulgens (Persoon : Fr.)
Sinonimi:
Barlaea fulgens (Pers.)
Geniculodendron pyriforme G.A. Salt
Lamprospora fulgens (Pers.)
Otidella fulgens (Pers.)

L' Ascocarpo è costituito da un apotecio sessile o brevemente stipitato di piccole dimensioni, il cui diametro massimo può aggirarsi intorno a 4÷5 cm, a forma di coppetta, inizialmente globosa e semichiusa, poi mano a mano aperta, con bordo ondulato ed irregolare, talora fessurato longitudinalmente. Il colore esterno può essere giallo-vivo, giallo-arancio, con decisi riflessi bluastro-verdastri, che si esaltano con la manipolazione, leggermente pruinoso. Imenio: la superficie fertile è liscia o venoso-rugosa, colorata di giallo cromo, vermiglio, al tocco verde-bluastro o verde oliva.liscio nelle parte più alta, corrugato nella parte bassa. E’ specie che deve essere ritenuta SENZA ALCUN VALORE dal punto di vista alimentare. All’inizio della primavera , dopo che si è disciolta l’ultima neve in montagna, tra gli aghi degli abeti cresce questo bellissimo Ascomicete dai colori stubendi,variegati e molto appariscenti. Si riconosce sul campo per i colori vivaci, aranciati, arricchiti di sfumature verdastre. Specie Simile può essre Aleuria aurantia, commestibile, che, però ha un colore fortemente arancio che non ha mai sfumature verdastre, ed è specie estivo-autunnale. Carne: molto fragile, di consistenza ceracea e colore giallo arancio Odore e sapore: non importanti o rilevabili. Spore: le ascospore sono lisce e ialine, sferiche, 5÷6 µm. Aschi: cilindraceo claviformi, ottosporici. Habitat: specie soprattutto primaverile cresce gregaria sul terreno, nei boschi di conifere, soprattutto abetaie, ma anche in boschi misti con latifoglie come le Faggete. ( Estratto da scheda Micoweb del Micologo : Giorgio Materozzi )




Dumotinia tuberosa (Fr.: Fr.) Bres.
Sinonimi:
Hymenoscyphus tuberosus (Bull.)
Macroscyphus tuberosus (Hedw.)
Octospora tuberosa Hedw.
Peziza tuberosa Bull.

La Dumontinia tuberosa è una specie abbastanza comune nel Nord Italia. E’ uno degli Ascomiceti primaverili di facile identificazione, probabilmente non comunissimo, ma forse lo è molto di più di quanto si è scritto in letteratura, essendo non semplice individuarlo nel suo habitat, nascosto tra abbondanti fiorite di alcune Anemoni cui si abbina parassitandole, o forse stringendo con loro un rapporto di simbiosi. Talvolta reperibile anche con Anemone apennina, tutte piantine che fioriscono dal tardo inverno fino alla primavera inoltrata. Molti sono i generi che annoverano specie a forma di coppa e con colori simili, ma nessuna presenta un gambo peduncolato e profondamente infisso nel terreno, la presenza dello sclerozio alla sua estremità inferiore toglie ogni possibile dubbio determinativo. Tuttavia esistono altre specie simili, riconoscibili però dalle diverse essenze vegetali che parassitano; Sclerotinia trifoliorumErikss., parassita piante del genere Trifolium e Ficaria, è più piccola di dimensioni ed ha colorazioni più rosso-brunastro. Sclerotinia sclerotium (Lib.) De Bary presenta colorazioni imeniali con toni giallognoli e parassita essenze erbacee dei generi Solanum.
NOTE: Potrebbe essere scambiata per Peziza sp. oppure Helvella sp., ma la lunga appendice interrata terminante con un tubero nerastro ne determinano facilmente l'accostamento a questa specie. ( Estratto da scheda Micoweb del Micologo : Giorgio Materozzi )




Entoloma clypeatum (L.) P. Kumm.
Sinonimi:
Entoloma clypeatum (L.) P. Kumm.
Entoloma fertile Sacc.
Hyporrhodius clypeatus (L.)
Rhodophyllus clypeatus (L.) Quél.

Cappello : largo fino a 10 12 cm, da conico campanulato a piano-depresso con largo umbone centr ale, anche assai irregolare e quasi difforme; igrofano, viscosetto se umido, fibrillato con minute rugosità; grigio-beige talora con sfumature olivastre o rossicce, più pallido o quasi bianco se asciutto; margine anche striato per trasparenza, sovente con fratture radiali. Lamelle : Lamelle subrade, più o meno smarginate, a volte venoso-congiunte; da biancastre a rosate, poi con riflessi brunastri; filo discontinuo. Gambo : 6-IO x 1-1,5 cm, dapprima pieno poi cavo, cilindrico sinuoso, pruinato in alto; colore bianco sporco. Carne : Carne biancastra. Odore indistinto, ma farinaceo alla sezione o per strofinio; sapore analogo. Habitat : nei luoghi erbosi, ai piedi delle rosacee (pero, melo, ecc.), cespitoso e abbondante. Dalla primavera all’inizio dell’estate. Commestibilità : COMMESTIBILE CON PRUDENZA ,di scarso valore alimentare Principali caratteri microscopici : Spore poligonali, lisce: 8-10 x 6,5-10 im, rosa in massa. Note : è uno fra i più conosciuti funghi primaverili. Si presenta cespitoso e abbonante. Tipico il suo crescere ai piedi delle rosacee in genere. in autunno crescono Entoloma molto simili all’Entoloma clypeatum, ma che sono specie a sé stanti come l’Entoloma prunuloides. Fa parte di una Famiglia di funghi (Entolomataceae) formata da moltissime specie che vivono in habitat molto diversi: boschi e zone erbose di pianura e montagna, frequentemente nei giardini. La maggior parte di queste non riveste alcun interesse alimentare ed Entoloma sinuatum = Entoloma lividum è molto velenoso. Entoloma clypeatum è tipicamente primaverile, associato sempre con Rosaceae, in particolare col Prugnolo selvatico, oppure agli Olmi. Negli esemplari cresciuti uno vicino all'altro spesso si può vedere il colore rosa della sporata sul cappello del campione sottostante. I giovani esemplari sono ideali per la conservazione sott'olio. ( Estratto da scheda Micoweb )




Entoloma hyrtipes (Schumach.:Fr.) M.M. Moser
Sinonimi:
Agaricus hirtipes Schumach.
Nolanea hirtipes (Schumach.)
Rhodophyllus hirtipes (Schumach.)

Cappello: dall’aspetto caratteristicamente conico-acuto nella fase giovanile, via via campanulato, poi espanso; igrofano, cuticola liscia e glabra, che con tempo umido può anche essere debolmente striata al margine per trasparenza; i colori della cuticola possono essere da bruno scuro a bruno camoscio, tonalità che con tempo asciutto tendono ad impallidire verso il grigiastro. Lamelle: adnate, quasi libere al gambo, smarginate, ventricose, hanno il filo irregolarmente dentellato, rosate negli esemplari giovani, poi tendono ad imbrunire con la maturità del carpoforo. Gambo: slanciato, inizialmente bruno scuro poi bruno-grigiastro, è più chiaro nella parte alta, striato longitudinalmente, lucente, un poco tomentoso alla base, a volte sembra che le sue decorazioni vadano ad avvitarsi lungo il gambo. Carne: sottile e fragile, acquosa, di colore bruniccio-grigiastro. Odore e sapore: ha un odore, di farina rancida un po' iodata o odore di acqua di ostriche..un po' di pesce, A.Gennari dice anche di cocomero, quindi odore composito e non gradevole, sapore analogamente sgradevole. La sporata in massa è di colore rosa. Spore angoloso-poligonali (5-7 lati), con angoli poco marcati, 10÷12,5 (14) x 7÷8(9) µm. Habitat: specie primaverile, anche tardo invernale (Febbraio-maggio), che comunque possiamo trovare anche in autunno, predilige le foreste montane di conifera o Faggio, segnalato anche sotto Quercia. Note: Specie da considerare TOSSICA. E’ un bel fungo slanciato, che è tra i primi a comparire in montagna quando la neve inizia a sciogliersi. Quando si va a cercare l’ Hygrophorus marzuolus, si incontra quasi sempre. Cresce nello stesso periodo di Entoloma vernum che però è inodore (cosa importante per il riconoscimento!) e non ha cheilocistidi, oltre a prediligere comunque terreni più sabbiosi e meno compatti. Entoloma hebes, molto simile, cresce però nella tarda estate e in autunno ed ha delle spore decisamente più piccole. ( Estratto da scheda Micoweb del Micologo : Giorgio Materozzi )




Entoloma sepium (Noulet & Dass.) Richon & Roze
Sinonimi:
Agaricus sepius Noulet & Dass.
Entoloma clypeatum var. sepium (Noulet & Dass.)
Rhodophyllus sepius (Noulet & Dass.)

Cappello: 3÷10 cm, inizialmente conico-convesso, poi piano-convesso, generalmente ha un largo umbone, la cuticola è liscia, traslucida, vis cosetta con tempo umido, con tempo secco si screpola facilmente. di color crema-bruniccio, nocciola chiaro, con sfumature grigio brunastre. Lamelle: non molto fitte, o relativamente; all’attaccatura con il gambo sono arrotondato smarginate, ondulate, negli esemplari giovani e non maturi sono bianco- biancastre, poi mano a mano rosa carnicino, a maturazione completa delle spore rosa brunastro, con il filo un po’ seghettato. La sporata in massa è di colore rosa carnicino. Gambo: slanciato, cilindrico, quasi sempre tende ad incurvarsi verso il piede, a volte anche cespitoso (non sempre), striato-fibrilloso longitudinalmente , di colore biancastro con tonalità carnicine, tende a macchiarsi di rossastro Carne: tenera o soda sul cappello, compatta e fibrosa nel gambo, di colore biancastro, è presto invasa da larve, dove viene erosa o mangiata dalle larve, si colora di un rossastro-aranciato. Odore e sapore: Odore forte che si fa notare, inizialmente di farina fresca, poi si avvicina all’odore della noce di cocco. Spore: le basidiospore sono lisce e ialine, hanno forma poligonale, sono angolose con 5-7 angoli, 8÷11x7,5÷10 µm. Habitat: specie primaverile gregaria, cresce da aprile a giugno (a seconda dell’altitudine), in pres4enza di rosacee nei giardini, all’ombra di siepi, ai bordi del bosco, prediligendo posti freschi ed umidi. Note: COMMESTIBILE CON CAUTELA, a causa della sua somiglianza con altri Entoloma primaverili Tossici. E’ una classica specie primaverile, facilmente rintracciabile anche giardini cittadini, al bordi del bosco, ovunque si trovino rosacee con una predilezione per il Prunus spinosa, sempre nell’erba fresca. Non lo si trova mai da solo ma in gruppi molto numerosi, spesso anche cespitosi. Quando viene raccolto, sfregandolo, emana un gradevole odore dolciastro come di noce di cocco. E’ difficile da separare dal suo simile Entoloma clypeatum, (anche questo fortunatamente commestibile), con il quale viene frequentemente confuso; quest’ultimo ha generalmente il cappello con colorazioni più grigiastre e la carne che si macchia molto meno di rossastro. Il viraggio della carne allo sfregamento, lo separa da altri due Entoloma primaverili: Entoloma Aprile ha tra l’altro, un portamento più slanciato, il cappello è decorato da striature ed ha il gambo molto fragile e cavo; Entoloma niphoides ha il cappello di un colore bianco quasi puro, caratteristica che lo separa da tutti glia ltri Entolomi primaverili (attenzione che quest’ultimo e una specie decisamente tossica). Entoloma saundersii ha un cappello molto decorato da fibrille, e delle tonalità brillanti non opache della cuticola, e si trova sempre in presenza di olmi. Entoloma vernum ed Entoloma hirtipes, tossici, sono ben diversi come habitus, il primo è specie praticola ed il secondo lo troviamo nel bosco ( Estratto da scheda Micoweb del Micologo : Giorgio Materozzi )




Gyromitra esculenta Fr.
Sinonimi:
Helvella esculenta Pers.
Physomitra esculenta (Pers.)

Corpo Fruttifero alto 6–13 cm. Mitra tondeggiante, irregolare, cerebriforme, con costolature sinuose molto irregolari, rosso-brunastro, margine aderente al cappello. Gambo 10-15 × 5–10 cm, corto, irregolare, più grosso alla base, cavo, con costolature longitudinali, biancastro con macchie rossastre, saldato alla mitra in diversi punti. Carne fragile, elastica, biancastra, acquosa, forte odore. Odore: intenso, vagamente spermatico. Sapore: grato. Spore 18-23 x 9-12 µm, ellissoidali, lisce, biguttulate, giallo-chiaro in massa. Habitat : È un fungo saprofita, fruttifica in primavera, nei boschi di conifere vicino a ceppi o residui legnosi. Attenzione : trattasi di fungo mortale da crudo e velenoso per accumulo anche da cotto! La G. esculenta, come altre specie congeneri (e la Ptychoverpa bohemica) è stata oggetto di numerose discussioni: attualmente è stata tolta dai mercati controllati a causa di alcune pericolose intossicazioni dovute alla sua ingestione da cruda o in pasti ravvicinati. Anche dopo la cottura, l'ingestione della specie in quantità elevate può risultare velenosa e pericolosa per la vita (ha causato la morte di molte persone, in maggioranza in nord America). Per tale motivo questa specie deve essere ritenuta NON EDIBILE - VELENOSA TOSSICA e scartata nella maniera più assoluta. Note : Questa specie contiene un quantitativo molto elevato di "Gyromitrina" - intermedio volatile dell'Idrazina - che oltre a provocare intossicazioni molto gravi, è anche un composto cancerogeno. Oltre a quanto già riportato, è stata dimostrata la tossicità da accumulo di questa molecola anche con esemplari ben cotti e perfino in quelli essiccati, dato che la Gyromitrina non svanisce mai completamente dal fungo. ( Estratto da Vikipedia )




Gyromitra gigas (Krombh.) Cooke
Sinonimi:
Discina gigas (Krombh.)
Helvella gigas Krombh.
Maublancomyces gigas (Krombh.)
Neogyromitra gigas (Krombh.)

Ascoma: stipitato e pileato, internamente cavo sia nel cappello che nel gambo. La mitra è rotondeggiante, irregolare, spesso oblunga, con circonvoluzioni arrotondate e meno numerose che in G. esculenta, può misurare anche 15 cm di diametro. Viscida a tempo umido, di colore bruno ocraceo con tonalità oliva-nerastre. La superficie interna della mitra è chiara, biancastra o debolmente ocra. L’imenoforo è portato sulla superficie esterna della mitra. Gambo: robusto, cilindrico, alto quanto la larghezza della mitra sul cui bordo è attaccato. Ruvido, scabroso ed irregolarmente costolato, di colore bianco o grigiastro. Cavo. Carne: cartilaginea, spessa, ma anche facilmente fratturabile, biancastra. Odore e sapore: ha un debole odore di farina bagnata o spermatico e sapore gradevole. Gli aschi sono cilindrici o claviformi e contengono ciascuno otto spore. Ascospore: ialine, reticolate o finemente verrucose, ellissoidali, con due apicoli uno per estremo dell’ellisse, 28÷34x 9÷15 µm, più grandi che in G. esculenta. Habitat: specie primaverile, cresce nelle radure dei boschi di conifere, spesso in vicinanza di tronchi e ceppaie. Note: Specie VELENOSA TOSSICA. Più conosciuta con il nome di Gyromitra gigas, è stata trasferita nel Genere Discina (Discina gigas) per il fatto di avere le spore decorate ed apicolate. La confusione maggiore è possibile con Gyromitra esculenta, ma Discina gigas (Gyromitra gigas), ha la mitra più grande, più circonvoluta e cerebriforme e il gambo più costolato,della simile Gyromitra esculenta, anch’essa primaverile, Inoltre Gyromitra esculenta ha una taglia inferiore e le spore lisce e molto più piccole. In autunno si può trovare invece Gyromitra infula, più piccolina, con la mitra selliforme e meno circonvoluta. ( Estratto da scheda Micoweb del Micologo : Giorgio Materozzi )




Hygrophorus marzuolus (Fr.: Fr.) Bres.
Sinonimi:
Agaricus marzuolus Fr.

Il Marzuolo è il più precoce dell'anno, appare al primo sciogliersi della neve. La sua ricerca una delle più difficili da intentare e non la si improvvisa certamente! A causa del suo quasi totale interramento nel terreno, è pressochè impossibile vederlo senza un occhio estremamente allenato. Le Lamelle, di un bel bianco candido, non aiutano perchè quasi sempre rivolte verso il terreno. Il colore del cappello, poi, è identico alle pietre basaltiche che popolano il bosco e, non è infrequente, abbassarsi per raccoglire quello che sembrava essere un fungo e ritrovarsi con in mano un sasso! Il Cappello è dapprima emisferico a margine involuto, poi piano ed infine depresso con il bordo ondulato, irregolare e gibboso per il tipico accrescimento, infossato nel terreno. Il colore è grigio, a volte stinto o con zone più chiare, biancastre. In seguito plumbeo, nerastro, con la cuticola sottile, viscida o asciutta, a seconda delle condizioni atmosferiche. Il Gambo, cilindrico, è massiccio e tozzo più o meno ricurvo e irregolare nella forma, bianco e pruinoso verso l'apice, fibrilloso e striato altrove. La Carne è soda, igrofana, leggermente fibrosa, bianca, con sfumature grigiastre sotto la cuticola e verso i margini del cappello. L'Odore è tenue, quasi insignificante. Il Sapore è dolce e delicato. Fruttifica in gruppi, principalmente sotto conifere (Abete bianco, Abete rosso (Picea abies) e Pino (Pinus). Nei boschi misti, con presenza di Querce, Castagni e Faggi. Compare con la fine dell'inverno, in concomitanza con lo scioglimento delle nevi e si protrae fino a tutto maggio ad altitudini diverse. Diffuso in aree limitate (es. Vallombrosa), ma abbondante e sempre presente negli abituali siti di crescita. E' un BUON COMMESTIBILE, ma, a giudizio dello scrivente, non "uno dei migliori commestibili" come viene unanimemente definito. Ha un ottima carne soda e compatta con una buona fragranza, ma è difficile da pulire bene a causa della terra tenacemente incuneata nelle sue pieghe. Fortunatamente le sue carni non risentono eccessivamente della prolungata immersione in acqua (magari con l'aggiunta di Aceto) necessaria per una pulizia accurata del fungo. E' molto apprezzato e ricercato, soprattutto per la sua precocità di fruttificazione, praticamente quando, in giro, c'è assenza totale di concorrenza! ( Estratto da scheda Micoweb del Micologo : Giorgio Materozzi )




Mitrophora semilibera (DC.:Fr.) Lév.
Sinonimi:
Helvella hybrida Sowerby
Mitrophora hybrida (Sowerby ex Grev.)
Morchella hybrida Pers.
Morchella patula var. semilibera (DC.)

Ascocarpo: stipitato, 6-10 cm di altezza. Mitra conica, appuntita o ottusa, con costolature longitudinali congiunte da altre trasversali, di colore marrone-brunastro; inserita sul gambo per metà della sua lunghezza, con bordo ripiegato e libero. Imenoforo: è costituito da alveoli irregolari, larghi, di colore bruno-grigiastro-marrone, ed è più scuro sui bordi. Gambo: bianco, liscio, slanciato e cilindrico con base bulboso-arrotondata. Esternamente rugoso-solcato, debolmente forforaceo. Pieno o farcito, poi cavo. Carne: sottile, scarsa, tenace ed elastica, ma anche fragile, colore bianco-crema. Odore e sapore: odore molto debole di farina bagnata o debolmente spermatico, sapore dolce. Spore: spore lisce, ialine, ellissoidali, 20÷25x 12÷17 µm. Aschi: cilindrici ed ottosporici. Habitat: reperibile in primavera nei luoghi umidi, boschi ripariali, scarpate stradali, sia in pianura che in collina. Sovente in prossimità di pioppi e cespugli di biancospino. Preferisce terreni sabbiosi.
Note:
COMMESTIBILE DOPO PROLUNGATA COTTURA, significa che va ben cotta in padella, con la sua acqua in modo da consentire ad alcune sostanze (acido helvellico) termolabili di evaporare. Poco raccolta e consumata, salvo in alcune zone come l’appennino romagnolo per esempio, dove è apprezzata e ritenuta migliore delle morchelle. Con la cottura la carne resta di consistenza tenace. In molte regioni italiane è piuttosto rara. Alcuni autori preferiscono mantenere questa specie nel genere Morchella (Morchella semilibera). ( Estratto da scheda Micoweb del Micologo : Giorgio Materozzi )




Morchella conica Pers.
Sinonimi:
Alcuni autori tendono a sinonimizzarla con Morchella elata Fr.

Ascocarpo: pileato e stipitato, mitra, ovoidale allo stadio giovanile, poi allungata, conica appuntita, a volte ottusa in esemplari adulti, 6-10x3-4 cm. Imenoforo: è costituito da alveoli irregolari, allungati, separati da costolature allungate, rettilinee e parallele, di colore grigio-fuliginoso - nerastro. Gambo: saldato alla mitra da una piegatura che forma un interspazio chiamato "vallecola", non molto pronunciato, più corto della mitra. Biancastro-crema, cavo, con la base ingrossata e rugosa, spesso solcato e coperto da granulazioni forforacee. Carne: elastica e tenace, è di colore bianco o grigiastro. Odore e sapore: odore di farina bagnata o debolmente spermatico, sapore dolce. La sporata in massa è di colore crema. Spore lisce, ellissoidali, 20÷23x13÷15 µm. Aschi: cilindrici ed ottosporici. Habitat: specie primaverile, per lo più associata alle conifere, talvolta anche alle latifoglie; cresce lungo le strade o i sentieri ghiaiosi e sabbiosi o su terreno percorso dal fuoco nella stagione precedente.
Note:
COMMESTIBILE DOPO PROLUNGATA COTTURA, significa che va ben cotta in padella, con la sua acqua in modo da consentire ad alcune sostanze (acido helvellico) termolabili di evaporare. Morchella conica e Morchella elata vengono spesso considerate due specie distinte per l'assenza in quest'ultima della vallecola, ( la vallecola una specie di interspazio che si forma in alcune morchelle nel punto di saldatura tra la mitra ed il gambo, non presente in tutte le specie ) e per le costolature più scure della mitra. Però recenti studi genetici, hanno stabilito che non esistono differenze sostanziali e quindi sono da considerare sinonimi. ( Estratto da scheda Micoweb del Micologo : Giorgio Materozzi )




Morchella esculenta (L.) Pers.
Sinonimi:
Helvella esculenta (L.) Sowerby
Morchella conica Pers.
Morchella conica var. angusticeps Peck
Morchella esculenta var. rotunda (Pers.)

Le specie del Genere Morchella sono tra i primi (non primissimi) funghi a comparire, a partire dal mese di Marzo, fino poi a scorrere a tutto giugno cambiando ambienti ed altitudini. Specie ricercata, è commestibile solamente ben cotta, ma nel raccoglierla e consumarla, si deve fare attenzione a non sbagliarsi con le specie appartenenti al Genere Gyromitra, Tossiche, che, comunque, crescono prevalentemente in montagna, e prediligono le conifere. Ascocarpo: stipitato e pileato con aspetto molto variabile; Mitra rigida con superficie alveolata, globosa o slanciata ovoidale, cava internamente, 5-15 cm. Imenoforo: è costituito da numerosi alveoli, ampi, profondi e irregolari, con costolature trasversali e longitudinali sinuose. Colore giallo-ocra, può tendere al marrone sui bordi, soprattutto con tempo asciutto o ad essiccamento iniziato, ma anche ocra con sfumature olivastre, ocra-brunastro, grigio-nerastro. Gambo: saldato alla mitra da una piegatura che forma un interspazio chiamato "vallecola". Piuttosto corto e tozzo ma anche cilindrico e slanciato; obeso o solamente ingrossato al piede. Pruinoso soprattutto in prossimità della base, cavo, di colore biancastro-crema paglierino, a volte anche con macchie color ruggine alla base. Carne: biancastra, fragile, di consistenza cartilagineo-ceracea. Odore e sapore: odore di farina bagnata o debolmente spermatico, sapore dolciastro. La sporata in massa è di colore giallo ocra. Spore: spore lisce e di forma ellittica 18÷20x10÷12 µm. Aschi: cilindrici ed ottosporici. Habitat: cresce in primavera, da marzo a maggio ai margini di boschi molto freschi ed umidi, su terreni sabbiosi, non compatti, ai margini dei prati, nell'erba e nelle vicinanze di latifoglie. Ambienti preferiti prevedono la presenza di olmi, frassini, pioppi, frutteti (meli e vigne), ma nel centro Italia, per mia esperienza, i bordi esterni dei boschi di leccio paiono essere tra i preferiti, sembra anche che si trovi in presenza di abete rosso. Note: COMMESTIBILE DOPO PROLUNGATA COTTURA, significa che va ben cotta in padella, con la sua acqua in modo da consentire ad alcune sostanze termolabili (acido helvellico presente in tutte le Morchelle) di evaporare. E' la più diffusa delle Morchelle, comprende una lunga serie di varietà, ora non più riconosciute come tali ma riportate tutte nella specie tipo qui descritta che riportiamo nei sinonimi e diversifichiamo comunque in alcune immagini. Specie di facile identificazione per la forma rotondeggiante o allungata, la superficie ad alveoli irregolari e per il colore giallo ocra della mitra, con alcune differenziazioni per alcune varietà fino ad oggi considerate ( per esempio la Morchella esculenta var. umbrina ha alveoli molto scuri che contrastano con le costolature biancastre La Morchella esculenta var. vulgaris si distingue dalle altre per il colore bruniccio-chiaro degli apoteci e le costolature più chiare, quasi biancastre), mentre, sempre parlando delle varietà ormai ricombinate in una stessa entità, Morchella esculenta var. esculenta e Morchella rotunda var. rotunda si differenzierebbero per avere la prima una forma ovoidale allungata, la seconda una forma più tondeggiane. Si deve fare attenzione alla possibile confusione (ma ci vuole molta buona volontà nel confonderle !) con Gyromitra esculenta e Gyromitra gigas, entrambe molto tossiche, che si differenziano principalmente per la mitra con circonvoluzioni cerebriformi e non alveolata e parzialmente cava. Le differenze con le specie appartenenti al Genere Mitrophora sono ben evidenti, basta osservare come la mitra è attaccata al gambo. Nel Genere Morchella questa è attaccata al gambo alla sua fine, mentre nel Genere Mitrophora questa saldatura avviene a circa un terzo-metà della mitra, che quindi calza come un mezzo ditale sul gambo. ( Estratto da scheda Micoweb del Micologo : Giorgio Materozzi )




Verpa bohemica (Krombh.) J. Schröt.
Sinonimi:
Morchella bohemica Krombh.
Ptychoverpa bohemica (Krombh.)

E' un ascomicete primaverile che cresce presso recessi umidi, spesso associato in numerosi individui. Simbionte e saprofita nei diversi stadi del ciclo vitale, fruttifica in boschi di latifoglie, più raramente conifere. Più numeroso nelle vicinanze di corsi d'acqua, dove il terreno è maggiormente a carattere sabbioso. Sotto salici, ontani, pioppi ma anche Prunus selvatici. In linea di massima condivide lo stesso habitat della Morchella. Viene considerata specie commestibile dopo prolungata cottura o meglio prebollitura, eliminando l'acqua di risulta, ma casistiche recenti parlano di intossicazioni egualmente intervenute con un utilizzo anche corretto del fungo, pertanto SE NE SCONSIGLIA IL CONSUMO Ascocarpo: pileato e stipitato, con altezza inferiore a 12 cm e diametro di circa 3 cm. Il cappello o mitra è campanulato, subconico, con apice arrotondato; cerebriforme e percorso da numerose venature sinuose e profonde, fissato solo sulla sommità del gambo. La superficie rivolta al gambo è liscia o leggermente ruvida, biancastra. Imenoforo: Superficie esterna fertile, debolmente costolata, simile a quella delle morchelle, di colore bruno. Gambo: cilindrico, fragile, leggermente farcito poi cavo, bianco giallognolo, finemente ricoperto da minute scagliette. Carne: tenace ma fragile, di aspetto ceroso. Bianca nel cappello, leggermente ocra nel gambo. Odore e sapore: odore fungino e sapore acidulo. La sporata in massa è di colore giallo. Spore cilindriche appiattite , lisce, ialine o debolmente giallastre, 50÷90x 18÷24 µm. Aschi: Gli aschi sono claviformi e normalmente bisporici. Habitat: specie primaverile, cresce su terreni sabbiosi, in vicinanza di latifoglie e presso i corsi d’acqua. ( Estratto da scheda Micoweb del Micologo : Giorgio Materozzi )




NEL FORUM 750 SCHEDE PIU' DETTAGLIATE, CON FOTO HD E VIDEO