Amanita excelsa (Fr.Fr.) Bertill.
sinonimi:
Agaricus cariosus (Fr.) Fr
Agaricus cinereus J. Otto
Agaricus excelsus Fr.
Cappello: 8÷12 cm., inizialmente emisferico-globoso, poi mano a mano convesso-espanso, fino ad appianato, talvolta anche con una debole depressione centrale; il margine è liscio, mai scanalato-pettinato; La cuticola ha un colore grigio brunastro, simile al piombo, spesso priva di residui del velo generale, può presentare nel caso contrario, delle placche verrucose, di consistenza farinoso-forforosa, di colore bianco sporco, grigiastre, facilmente detersili (motivo per il quale sono spesso assenti). Lamelle: fitte , ventricose, libere al gambo, sono di colore bianco, sfumate leggermente di grigiastro, possono avere dei riflessi rosati, soprattutto se osservate di traverso tra le lamelle. Gambo: slanciato ma robusto, può arrivare ad essere alto fino a 20 cm., (da quì il suo nome), cilindrico, a volte flessuoso; attenuato verso l’alto e tendente ad allargarsi verso il piede, mai bulboso, tenacemente e a lungo interrato tanto da apparire quasi radicante. Bianco grigiastro, un npò arrossante-imbrunente se manipolato. Il velo parziale (l’anello) è ampio e perstente, poi fragile. Il velo generale (la volva) è friabile, dissociata in placche e visibile in residui fioccosi nella parte basale del gambo, spesso interrata, è, come detto, evanescente e spesso non visibile sul cappello. Carne: soda e abbastanza compatta nel cappello, è invece fibrosa sul gambo. Il colore è bianco-grigiastro, debolmente arrossante-imbrunente. Odore e sapore: odore vagamente rafanoide, definito da alcuni come odore lieve di mela o biscotti; sapore analogo e mite. Principali caratteri microscopici: Spore: le basidiospore sono da ovoidali a largamente ellissoidali, lisce e ialine, tondeggianti, 8,5÷9 x 5,5÷7,5 µm. Habitat: crescono da Giugno all’autunno non inoltrato, in boschi di latifoglie, ma anche in boschi misti di latifoglie e conifere, sia in pianura che in montagna. Note: Specie da considerare COMMESTIBILE DOPO PROLUNGATA COTTURA. Se ne sconsiglia comunque il consumo, vista la possibile confusione, per chi non la osserva attentamente, con Amanita pantherina, TOSSICA. Molte sono le affinità con alcune specie appartenenti al Genere Amanita, o sue varietà e forme, tanto che la discussione su questa specie è stata ampia e spesso non univoca. Riporto qui di seguito le principali comparazioni. Cominciamo con il dire che Amanita excelsa si separa da Amanita excelsa var. spissa, per avere il cappello grigio chiaro, grigio piombo, residui di velo generale sul cappello sotto forma di verruche biancastre, grigio chiare, per lo più caduche, gambo bianco- grigiastro, slanciato, profondamente inserito nel terreno, ingrossato nella metà inferiore ma non bulboso, con arrossamento soprattutto verso la base del gambo e lamelle che hanno tra le loro facce dei riflessi rosati. Amanita excelsa var. spissa, è considerata una varietà della precedente, che se ne distingue nettamente per essere più tozza e robusta, con la cuticola sul cappello bruno, grigio scuro, verruche più abbondanti e persistenti, grigio brunastre, lamelle prive di riflessi rosati, piede bulboso-clavato, con bulbo mai marginato, non arrossante, con odore e sapore decisamente rafanoidi. Amanita valida, ormai considerata dai più una varietà di Amanita excelsa, avrebbe un cappello di colore bronzeo, bruno-miele carico, il gambo è bulboso-napiforme come in Amanita excelsa. Inbrunente ai margini del cappello, al bordo dell’anello, come sul filo delle lamelle; imbrunisce anche sul gambo dove manipolato o rotto. Anche Amanita rubescens, va annoverata tra le specie simili e possibili da confondere. si riconosce però abbastanza agevolmente dalle altre per avere le caratteristiche sfumature rossicce presenti un èò ovunque nel carpoforo, in particolare sul cappello e alla base del gambo. Più difficile è la confusione con Amanita franchetii, che se ne differenzia abbastanza facilmente per avere verruche giallastre sul cappello e colori cuticolari più tendenti al bruno. Fin qui abbiamo comunque parlato di specie confondibili, ma comunque tutte commestibili dopo prolungata cottura. Tutt’altro discorso va fatto con Amanita pantherina e la sua forma Amanita pantherina f.ma abietum che sono invece specie TOSSICHE. Amanita pantherina, ha il cappello con colorazioni sul marroncino in tutte le sue tonalità dal chiarissimo al più scuro, ma mai suò grigiastro, il margine nettamente striato (attenzione NON lo E’ in Amanita pantherina f.ma abietum), il bulbo basale è arrotondato-marginato, tipicamente circonciso, con uno o più cercini che si allungano sulla parte subito sopra la circoncisione della volva, per le verruche sul cappello sempre numerose, fitte e regolari, sempre di colore nettamente bianco, e per finire per una reazione alla soda caustica che a contatto con la faccia superiore dell’anello, gli fa assumere un chiaro ingiallimento. (Estratto da scheda Micoweb del Micologo : Giorgio Materozzi)
Amanita fulva Fr.
sinonimi :
Agaricus fulvus Schaeff.
Amanita fulva f. alba (Courtec.) Contu
Amanita fulva Fr.
Cappello: 4÷10 cm.,, inizialmente campanulato glandiforme, poi mano a mano fino a quasi disteso appianato ma con un leggero umbone ±pronunciato, Glabro e debolmente vischioso con tempo umido, poi sempre asciutto, non ha mai, o quasi mai, residui di velo generale sul cappello, che se presenti sarebbero in forma di piccolo lembo del colore della volva. Il colore della cuticola va dal color caramello, fulvo, all’arancione o al rosso mattone opaco, più scuro nella zona discale. Il margine si presenta sempre nettamente e lungamente striato. Lamelle: non molto fitte, libere al gambo, intercalate da numerose lamellule tronche, sono inizialmente bianche negli esemplari giovani e freschi, per diventare poi con la maturità color crema o comunque soffuse di un debole rosa-salmone. La sporata in massa è di colore bianco. Gambo: si tratta di una Amanita che non ha apparentemente un velo parziale (anello), che invece si potrebbe rivelare (come un po’ in tutte le Amanita appartenenti alla Sezione delle Vaginatae o Amanitopsis che dir si voglia) da un’attenta osservazione alla base del gambo all’interno della volva. Il gambo è slanciato, cilindrico, più stretto nella parte alta va poi mano a mano allargandosi verso il piede, dove è avvolto da una volva (velo generale) membranacea ma sottile, alta e inguainante soprattutto nella parte più bassa, di colore bianco con qualche macchia color ruggine e sfumature sul rossastro nella parte interna. Il gambo , inizialmente pieno, è poi farcito e infine cavone cavo, biancastro o con tonalità concolori al cappello, pruinoso o decorato con piccole squamette o bande dissociate, disposte caratteristicamente a zig-zag. Carne: tenera e poco consistente, bianco-biancastra, può avere una lieve sfumatura bruniccia. Odore e sapore: non ha odore e sapore particolari, che spesso vengono definiti insignificanti o delicati. Spore: le basidiospore sono lisce, da globose a sublobose, 10÷13 µm. Habitat: si può trovare da Giugno a tutto l’autunno, in terreni acidi, sia in presenza di latifoglie ma si legge anche di aghifoglie. Certamente preferisce i castagneti, dove nasce nei pressi delle vecchie ceppaie se non anche al loro interno, dando la sensazione (errata) di essere una specie saprofita lignicola. Specie COMMESTIBILE DOPO PROLUNGATA COTTURA , TOSSICA da cruda o poco cotta. Non va quindi cucinata alla griglia. Nella prima fase di crescita è avvolta da un velo generale bianco e il suo ovulo ha forma oblunga. E’ una Amanita tra quelle definite correntemente senza anello (sezione Vaginatae ex Genere Amanitopsis). Fino a non molto tempo fa conosciuta come semplice varietà di Amanita vaginata, è poi stata elevata a rango di specie. Amanita fulva si distingue e dalle altre Amanite della Sezione delle Vaginatae, per il colore del cappello, giallo-fulvo, aranciato, per la volva macchiata di bruno-ruggine, e per la crescita caratteristica in esemplari singoli tra i residui legnosi,spesso anche alla base di vecchi castagni o all’interno di vecchi castagni marcescenti, tanto da apparire /erroneamente) come fungo saprofita lignicolo. (Estratto da scheda Micoweb del Micologo : Giorgio Materozzi)
Amanita ceciliae (Berk. & Broome) Bas
sinonimi:
Agaricus ceciliae Berk. & Broome
Amanita inaurata Secr.
Amanita inaurata Secr. ex Gillet
Fungo simbionte di grandi dimensioni, 8-16 cm., con Cappello da emisferico-campanulato a convesso, infine piano, con leggero umbone centrale, di un bel grigio caldo tendente al bruno, variabile dal giallo-olivastro al brunastro, di varie tonalità, più scuro al centro. Cuticola ornata da verruche grigiastre che tendono ad annerire, e margine molto striato. Lamelle: fitte, bianche, arrotondate e libere al gambo, con filo grigiastro a maturazione. Gambo: slanciato, decorato da zebrature grigiastre su fondo biancastro, leggermente attenuato verso l'alto, prima pieno ma cavo a maturità. Volva: friabile e spesso ridotta a piccoli brandelli, o dissociata in pseudo cercini grigiastre, di colorazione bianca, grigiastra alla base, che si presenta leggermente inghrossata. ingrossato. Carne: da bianca a bianco-sporca,quasi grigia, immutabile, con odore e sapore subnullo o non ben definibile. Spore: bianche in massa, globose o subglobose, 10,5-11,5 x 11-12,5 μm. Commestibilità: COMMESTIBILE previa adeguata cottura come tutte le Amanita del gruppo delle vaginata, per presenza di tossine termolabili. Habitat: comune, cresce in estate/autunno, nei boschi termofili di latifoglia. (Estratto da scheda Micoweb del Micologo : Giovanni di Bella)
Amanita curtipes Gilbert
sinonimi:
Amanita baccata ss. Gilbert
Amanita baccata f. minor Bresadola
Cappello: 3-7 cm. campanulato, globoso, infine spianato, liscio; orlo non striato; cuticola asciutta asportabile, bianca, poi crema-rosata, nudo o con residui del velo generale. Lamelle: da quasi adnate a libere, molto larghe, intercalate da poche lamellule tronche, bianco-crema con tonalità rosate. Gambo: cilindrico, molto corto, privo di anello (si possono trovare tracce su qualche giovane carpoforo ). Volva biancastra, membranosa, ampia e a bordo libero, svasata. Carne: bianca, vira poi ad un rosa-carnicino pallido ed più tardi imbrunisce. Odore leggero fungino, Sapore gradevole. Habitat: Autunno - primavera su terreno sabbioso con macchia mediterranea, in zone chiare e soleggiate. La sporata in massa è di colore bianco. Spore: da subellittiche a cilindriche, 12-14 x 6-7 µm. Amiloidi. E’ un fungo senza interesse alimentare, interessante solo per la sua rarità.
Amanita vittadini (Moretti) Vittadini
Siononimi:
Agaricus vittadinii Moretti
Armillaria vittadinii (Moretti)
Aspidella vittadinii (Moretti)
Lepidella vittadinii (Moretti)
Lepiota vittadinii (Moretti)
Fungo considerato sia simbionte che saprofita per il suo rinvenimento nell'erba dei prati, di grandi dimensioni, fino a 15 cm., è di facile riconoscimento per le caratteristiche squame notevolmente vistose presenti sul cappello, prima convesso poi spianato, di colorazione bianco nei soggetti giovani e poi successivamente brunastro nei soggetti adulti e per la completa dissociazione della volva in squame biancastre che raggiungono l'anello. Lamelle: bianche, fitte e arrotondate al gambo come in tutte le Amanita. Gambo: cilindrico notevolmente decorato in soggetti giovani da squamosità bianche, ocra in soggetti maturi. Anello: bianco membranoso. Volva: dissociata in scaglie e perline. Carne: bianca con Odore e Sapore gradevole. COMMESTIBILE ma sicuramente di scarso valore e pregio, per cui se ne sconsiglia l'uso, anche perché il neofita potrebbe scambiarlo con Amanite tossiche. Habitat: molto comune e cresce in autunno nei prati e negli slarghi boschivi. (Estratto da scheda Micoweb del Micologo : Giovanni Di Bella)
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